Lo prevede il parere che ha dato a Commissione Attività Produttive nella seduta di giovedì 31 luglio concludendo l’esame della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni sul Patto per l’industria pulita: una tabella di marcia comune verso la competitività e la decarbonizzazione (COM(2025) 85 final). In dettaglio, la Commissione ha approvato la proposta di documento finale dell’On. Pietrella, con cui si esprime una valutazione positiva, ritenendo indispensabile che il patto per l’industria pulita sia modificato prevedendo un piano specifico per i settori ad alta intensità energetica, come quello cartario. In particolare nell’ambito della proposta omnibus ambientale preannunciata per il prossimo autunno, modifiche appropriate alle direttive ETS e sui settori industriali, che tengano conto delle specificità di tali attività produttive con soluzioni adatte per ridurre gli oneri amministrativi e favorire l’accesso a finanziamenti ed energia a basso costo
Quello del caro bollette è un tema essenziale per l’Italia che diventa esiziale nel momento in cui cambiano gli equilibri geopolitici, dazi inclusi. Il settore della carta italiano, circolare e sostenibile (oltre 85% di riciclo nell’imballaggio), terzo produttore europeo sta cercando la via della decarbonizzazione, dove tecnologicamente possibile (e le reti lo consentano). Il caro bollette dipende anche dal gas, fonte programmabile eccellente che ha contribuito a costruire lo sviluppo e l’eccellenza industriale dell’Italia.
Due gli interventi da considerare anche nel DL Bollette: il rimborso dei corrispettivi dei costi di trasporto a monte del punto di entrata nella rete italiana e l’introduzione di un servizio di “liquidità” che prevede l’offerta a prezzi prossimi a quelli del TTF di Amsterdam con quantità sufficienti a coprire via LNG e gasdotti dal sud le importazioni più competitive.
Un modo per accantonare una insostenibile “gabella” sul prezzo del gas al TTF di Amsterdam nonostante che il 95% del gas provenga da Sud. Vale dai 2 ai 5 euro per MKW. Non è poco e pesa sull’industria e sugli impianti termoelettrici che garantiscono la continuità della produzione elettrica nazionale.
Un altro intervento deve riguardare le procedure semplificate per l’estrazione del gas per il rilascio dei titoli minerari. Si tratterebbe di misure che avrebbero l’obiettivo di snellire le procedure per l’estrazione del gas a livello nazionale anche per le concessioni. Quello italiano, estratto con le migliori tecnologie e non con il fracking nordamericano. Con questa dinamica geopolitica l’autonomia energetica va predicata, coltivata… e pretesa.
Infine, ma non meno importante, con la riapertura dell’anno scolastico, vorremmo trovare anche il prosieguo dell’indagine sui prezzi dell’energia elettrica da parte del nuovo collegio dell’ARERA, estesa anche alle concessioni idroelettriche e al differenziale TTF/PSV.