Il comparto dei costruttori italiani di macchine da stampa e converting, rappresentato da ACIMGA, sta vivendo una fase cruciale, in cui l’innovazione industriale si intreccia con le scelte legislative.
L’avvio del piano Transizione 5.0 è stato accompagnato da molte richieste di chiarimenti e semplificazioni da parte dell’intera industria nazionale. Le semplificazioni introdotte dal recente provvedimento normativo sono state accolte con favore, ma pongono anche nuove sfide che meritano attenzione.
Per l’industria del printing e converting, che ha già imboccato da tempo la strada della digitalizzazione e della sostenibilità, si tratta di un’opportunità unica. Tuttavia, la struttura del settore – composta in gran parte da PMI con forte vocazione export – rende complesso l’accesso alle agevolazioni, soprattutto per la mole di adempimenti tecnici e certificazioni richieste. Le nuove regole prevedono infatti che i beni 4.0 garantiscano un risparmio energetico minimo del 3% sulla struttura produttiva o del 5% sul processo produttivo, con obbligo di certificazioni ex-ante ed ex-post rilasciate da EGE, ESCo o ingegneri accreditati. Se da un lato questo rafforza la credibilità del piano, dall’altro rischia di escludere chi non dispone delle risorse organizzative per gestire l’intero iter.
Il lavoro di interlocuzione tra l’industria (significative le azioni portate avanti da Confindustria in tal senso) e il Governo ha portato ad alcune novità che sono state accolte positivamente: il riconoscimento automatico del risparmio energetico in caso di sostituzione di macchinari obsoleti, la possibilità di cumulare gli incentivi con altre misure, la valorizzazione degli investimenti in fotovoltaico di ultima generazione e nella formazione del personale.
Ma permangono criticità: l’esclusione del credito d’imposta per i beni immateriali – in particolare i software 4.0 – contrasta con le esigenze reali del comparto, dove la competitività si gioca sempre più sull’integrazione tra hardware e digitale. Inoltre, i criteri temporali rischiano di penalizzare proprio quelle imprese che negli ultimi anni hanno già investito nell’ammodernamento, anticipando le linee guida normative.
Stabilità e continuità condizioni necessarie
In questo scenario, la stabilità e la continuità delle misure sono fondamentali. Le imprese chiedono regole chiare e durature, che consentano di programmare gli investimenti a medio-lungo termine, evitando incertezze legate a esaurimenti di fondi o logiche di “click-day”. Coerenza tra politiche industriali, fiscali ed energetiche significa anche garantire che gli sforzi in atto abbiano un impatto diretto su export, occupazione specializzata e trasferimento tecnologico lungo l’intera filiera.
Le imprese italiane del printing e converting non chiedono scorciatoie, ma strumenti concreti, efficaci e accessibili. Misure come Industry 4.0 e soprattutto Transizione 5.0 possono diventare la leva per rafforzare la competitività internazionale e la sostenibilità dell’industria, a condizione che restino misure stabili e inclusive e proporzionate alle caratteristiche delle PMI.
Per evitare che solo poca parte delle Risorse disponibili vengano di fatto utilizzate e rendere le misure di sostegno alle imprese uno strumento reale integrato nei processi di gestione e sviluppo aziendale. ACIMGA invita il Parlamento a considerare il settore non solo come beneficiario degli incentivi, ma come protagonista attivo della trasformazione industriale del Paese.
La fotografia al 6/09/2025 (fonte GSE)
Dotazione complessiva disponibile per crediti d’imposta | € 6.237.000.000,00 |
Risorse disponibili (non ancora impegnate) | € 4.337.024.311,23 |
Risorse prenotate per progetti non ancora completati | € 1.639.070.431,15 |
Risorse già utilizzate per progetti completati | € 260.905.257,62 |