TRANSIZIONE DIGITALE

#progettoindustria4.0

La rilevanza della transizione digitale

Agli inizi, l’importanza della produzione industriale automatizzata e interconnessa, caratteristica del paradigma 4.0, non aveva conquistato immediata evidenza su larga scala: è stata l’emergenza scatenata dalla pandemia da Covid-19 a rendere chiaro a tutti, nei diversi settori produttivi, il ruolo chiave delle tecnologie digitali applicate al mondo della produzione e della distribuzione. E a far toccare con mano le conseguenze della loro implementazione nell’utilizzo dei dati, coniugato da potenza di calcolo e connettività.

In poco più di un anno è fortemente aumentata la consapevolezza di quanto siano importanti la raccolta e l’utilizzo dei big data, la condivisione degli open data, le procedure della Internet of Things, machine-to-machine e cloud computing per centralizzare le informazioni, condividerle e conservarle.

Stampa 3D, esempio di interazione uomo-macchina

L’Industria 4.0

Come si diceva, si tratta di un nuovo paradigma che si articola su quattro direttrici di sviluppo:

  • parte dalle procedure dell’industria connessa, che raccoglie e distribuisce dati, insieme ai prodotti;
  • sviluppa gli “analytics”, ovvero la capacità di ricavare valore dai dati messi assieme, processo che si realizza attraverso l’intelligenza artificiale, che guida l’apprendimento delle macchine in base ai dati da esse stesse prodotti, raccolti e analizzati;
  • si avvale dell’interazione tra uomo e macchina, attraverso interfacce “touch”, sempre più diffuse, e la realtà aumentata;
  • cura il passaggio dal digitale, che è immateriale, al “fisico”, ad esempio attraverso manifattura additiva, e stampa 3D, operazioni automatizzate, interazioni machine-to-machine e nuove tecnologie di storage e uso dell’energia in modo ottimizzato e mirato.

Piano Industria 4.0 al Piano nazionale della Transizione 4.0

Nell’arco di quattro anni, il Governo ha rivisto più volte i suoi programmi, nelle modalità e nella denominazione, passando da Piano Industria 4.0, quindi Piano Impresa 4.0 per arrivare al Piano nazionale della Transizione 4.0.
Quello denominato dal Governo Draghi nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, sulla scia di Industria 4.0, è il primo mattone su cui si fonda il Recovery Fund italiano. Prevede investimenti per circa 24 miliardi di euro per una misura che diventa strutturale e che vede il potenziamento di tutte le aliquote di detrazione e un importante anticipo dei tempi di fruizione.
Importante sottolineare come il Governo presieduto da Mario Draghi abbia disposto di “estendere e rendere facilmente fruibile il piano nazionale della Transizione 4.0 per accompagnare le imprese nel processo di innovazione tecnologica e di sostenibilità ambientale”, creando così un forte link tra transizione digitale e transizione green.

Le agevolazioni fiscali per gli investimenti 4.0

Qui di seguito si riassumono le principali caratteristiche del meccanismo di agevolazione, sulla base del credito d’imposta, previsto per la durata di 2 anni (con decorrenza avviata dal 16 novembre 2020).

  • I contratti di acquisto dei beni strumentali definiti entro il 31/12/2022 possono beneficiare del credito con il solo versamento di un acconto pari ad almeno il 20% dell’importo e consegna dei beni nei 6 mesi successivi (quindi, entro giugno 2023).
  • Il nuovo meccanismo prevede anticipazione e riduzione della compensazione con maggiore vantaggio fiscale nell’anno. 
  • Per gli investimenti in beni strumentali “ex super” e in beni immateriali non 4.0 effettuati nel 2021 da soggetti con ricavi o compensi minori di 5 milioni di euro, il credito d’imposta è fruibile in un anno;
  • È ammessa la compensazione immediata (dall’anno in corso) del credito relativo agli investimenti in beni strumentali;
  • Per tutti i crediti d’imposta sui beni strumentali materiali, la fruizione dei crediti è ridotta a 3 anni in luogo dei 5 anni previsti a legislazione vigente.
Scopri il dettaglio delle agevolazioni e del programma sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico