Digitalizzazione non fa rima con dematerializzazione, no alla riapertura del PPWR, si all’Economia Circolare

Un approccio ‘‘solo digitale’’ nella legislazione sui prodotti di consumo è contrario a una informazione plurale e trasparente. Questo vale per le istruzioni on line per i farmaci e per gli scontrini digitali! Infatti, rendere disponibili le istruzioni solo online presuppone che l’utente disponga di:
a) Connessione a internet;
b) Un dispositivo digitale idoneo;
c) Competenze digitali sufficienti.

E secondo i dati Eurostat, solo il 56% dei cittadini UE tra i 16 e i 74 anni ha competenze digitali di base o superiori. I dati non includono i cittadini oltre i 74 anni, lasciando una larga parte della popolazione priva di accesso semplice alle istruzioni.

In ambito Omnibus IVV, FCG chiede che non vi sia alcuna riapertura del PPWR. La riapertura del testo rischierebbe di compromettere questo equilibrio, creando incertezza per le imprese che hanno già iniziato ad adeguare le proprie operazioni alle regole concordate

Eventuali nuove misure dovrebbero essere affrontate attraverso la procedura prevista dal Circular Economy Act (CEA), garantendo un’adeguata consultazione e una valutazione d’impatto prima di introdurre requisiti aggiuntivi. Questo approccio garantirebbe che i futuri adeguamenti siano basati su dati concreti e proporzionati, preservando al contempo la certezza giuridica per gli stakeholder.

Gli sforzi per una più ampia armonizzazione dovrebbero essere perseguiti attraverso le future revisioni pianificate dell’attuale corpo normativo in materia ambientale e di prodotto, piuttosto che riaprendo il PPWR. Un processo strutturato e orientato al futuro consentirebbe un allineamento tra le diverse normative UE, riducendo le sovrapposizioni e migliorando la coerenza, evitando al contempo di destabilizzare il quadro normativo già in vigore.

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