Roma, 23 maggio 2023 – La necessità di adattare anche il comparto degli imballaggi alle nuove sfide della transizione ecologica e alla realizzazione degli obiettivi del Green Deal è un’esigenza ineludibile. Ma, proprio per questo, alcune delle proposte della Commissione appaiono, in mancanza di una adeguata valutazione dei benefici ambientali sulla base di mirate analisi LCA, mirate solo all’obbiettivo di ridurre “numericamente” i rifiuti di imballaggio, senza considerare gli impatti negativi delle proposte in termini di spreco alimentare, tutela della sicurezza e della salute dei consumatori e dell’integrità dei prodotti.
La spinta verso il riuso che la Commissione vuole imprimere rischia di introdurre un modello di produzione disaccoppiato dal modello di distribuzione, che ne risulterebbe “frammentato”, inefficiente e dall’elevato impatto ambientale ed economico.
“Sul riuso verso il riciclo” afferma il DG di Assocarta e Federazione Carta Grafica Massimo Medugno “si è innescata una disputa ideologica priva di senso. Ma è la Commissione ad averne creato i presupposti, nel momento che “spinge” verso il riuso ignorando il principio fondamentale della legislazione europea vigente, per il quale la gerarchia dei rifiuti va interpretata alla luce del “miglior risultato ambientale conseguibile”. Principio che andrebbe, quindi, reintrodotto, o gli imballaggi a base cellulosa andrebbero esentati dagli obiettivi di riuso (con particolare attenzione alla protezione dei prodotti microbiologicamente sensibili e agli imballaggi a contatto con alimenti). Così come è assurdo prevedere restrizioni verso gli imballaggi e i prodotti monouso in carta, che sono già oggi perfettamente riciclabili e ampiamente riciclati. Servono norme e obiettivi differenziati a seconda dei diversi materiali, così come ad oggi la carta ha obiettivi di riciclo diversi e molto più alti degli altri materiali, obiettivi che il nostro settore è disponibile a rivedere anche al rialzo”.
“Sul ricorso al Regolamento” precisa ancora il DG di Assografici Maurizio D’Adda “tanto si è già detto e condiviso sulle criticità legate a questo strumento legislativo. E’ quindi essenziale che l’uso degli Atti Delegati sia limitato, che il CEN Comitato Europeo di Normazione e i settori industriali siano coinvolti nell’elaborazione delle norme sulla riciclabilità e che agli Stati Membri non sia concesso di introdurre misure incrementali che vanificherebbero quella armonizzazione che si vorrebbe perseguire con il Regolamento. Sulla riciclabilità riteniamo che non si possano porre obiettivi ambiziosi senza introdurre obiettivi altrettanto stringenti in termini di raccolta differenziata degli imballaggi, senza i quali si andrebbe verso la messa al bando di intere categorie di imballaggi”.