Siamo ormai, prossimi all’emanazione del Decreto Ministeriale di una misura importante per riprendere gli investimenti. Tuttavia, Assocarta, insieme ad altre associazioni industriali di settori chiave per l’economia italiana (Assofond, Assomet, Assovetro, Confindustria Ceramica e Federbeton), durante l’iter aveva sollevato alcune preoccupazioni riguardo al nuovo Piano Transizione 5.0, che rende più difficile l’accesso ai settori coperti dal sistema ETS (Emission Trading System) ed esclude a prescindere le biomasse.
Questi settori, infatti, non solo affrontano costi economici più elevati rispetto ad altri, ma sono anche quelli che potrebbero trarre i maggiori benefici da un supporto nella transizione energetica e digitale. Ciò contribuirebbe a rendere l’intero sistema produttivo più sostenibile e competitivo a livello globale.
Le associazioni, a più riprese, hanno evidenziato la necessità di significativi cambiamenti nelle norme, in quanto altrimenti Industria 5.0 si configurerebbe come un’occasione mancata per la decarbonizzazione dell’industria italiana, già alle prese con grandi sfide. Per correggere la rotta, propongono quindi di includere nel Piano le attività ad alte emissioni di gas serra e l’uso di biomasse per la cogenerazione, sulla scia delle direttive europee RED II e RED III.
Infatti, l’articolo 5 comma 1 lettera a comma 1 continua a mantenere l’eccezione per le attività ETS che usano combustibili fossili per i quali l’uso a valle di combustibili fossili è temporaneo e tecnicamente inevitabile per la tempestiva transizione verso un funzionamento degli stessi senza combustibili fossili. Lo stesso comma non comprende però più l’eccezione (quindi ammessi al 5.0) di impianti di produzione di calore e/o energia che dava uno spiraglio per gli impianti di cogenerazione.
L’art 5 comma 1 lettera b) comma 2 appare addirittura peggiorativo rispetto alla versione precedente perché mentre prima bastava dimostrare un miglioramento delle emissioni di CO2 tra prima e dopo l’intervento, adesso il miglioramento è calcolato rispetto al parametro di allocazione gratuita delle quote quindi esclude i casi in cui uno possa conseguire miglioramenti di emissioni ma resta sopra i parametri per l’allocazione gratuita.