La Transizione 5.0 diventa anche ambientale ed energetica

Il Piano Transizione 5.0 è uno strumento a disposizione delle imprese che mette finalmente in correlazione due direttrici fondamentali: l’innovazione digitale e tecnologica deve andare “sottobraccio” a alla sostenibilità ambientale ed energetica. Momento cruciale per misurare l’efficacia del provvedimento sarà l’emanazione del decreto attuativo.

 

Con il Piano Transizione 5.0 arriva per le imprese uno strumento che mette finalmente in correlazione quelle che sono le due direttrici di riferimento di ogni progetto di innovazione che tenga conto sia di elementi di efficientamento produttivo tramite la digitalizzazione dei processi, sia di argomenti connessi alla sostenibilità ambientale e al minor impatto ambientale delle trasformazioni di innovazione tecnologica. Mancano ancora alcuni passaggi, come ad esempio la trasformazione in Legge entro 60 giorni dalla data di pubblicazione, e il decreto attuativo atteso entro 30 giorni dalla stessa data di pubblicazione (2 Marzo 2024). Proprio quest’ultimo decreto attuativo dovrà chiarire molti aspetti connessi alla fase applicativa del Decreto Legge, anche se già esistono diversi punti cardine inseriti nello stesso DL.

Innanzitutto le agevolazioni del Piano Transizione 5.0 si innescheranno su uno schema ormai noto alle imprese, quello legato al Piano Industry 4.0, che trova nel nuovo Decreto un ampliamento dei beni “immateriali”, potendosi considerare finanziabili anche software di monitoraggio continuo dei consumi energetici, come pure i software gestionali se acquistati unitamente ai sistemi sopracitati. È confermato inoltre che gli incentivi 5.0 siano cumulabili con la ben nota Legge Sabatini. Gli incentivi 5.0 saranno con percentuali di credito di imposta incrementali rispetto ai benefici del ‘progetto innovativo’ in termini di risparmio energetico sul processo oggetto di intervento innovativo. Con la precisazione che dovranno essere certificati ex-ante ed ex-post i benefici previsti e poi raggiunti.

Già individuati gli organismi che potranno fare queste certificazioni, ciò che invece ancora è poco chiaro sono i metodi di misurazione, gli intervalli temporali in cui misurare il consumo energetico, le considerazioni da fare nel caso di progetti che prevedono nuovi macchinari (prima non presenti).

Il decreto attuativo diventa quindi il vero elemento che ci potrà dare indicazioni sulla percorribilità e funzionalità della misura di incentivo. L’innovazione viene fatta (come ben emerge dalla Industry 4.0) sia con l’aggiornamento delle linee produttive esistenti, sia con nuovi macchinari e nuove linee, soprattutto per le aziende che intendono ampliare la propria offerta di prodotti e servizi. Sarà quindi necessario che il decreto attuativo dia spazio e opportunità per chi inserisce nuove linee per una diversificazione dei propri processi e offerte. Come determinante sarà l’indicazione temporale dell’intervallo di tempo in cui si deve ottenere la riduzione dei consumi proposta dall’impresa nel progetto innovativo. Con grande attenzione alle discriminanti di tipo dimensionale della azienda stessa (grandi produzioni o medie produzioni) o alle tipologie di processi produttivi.

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