Spreco alimentare

Al ristorante la doggy bag si chiama “rimpiattino”.

 

Nel corso di una conferenza stampa organizzata da FIPE-Confcommercio e Comieco lo scorso 24 gennaio si è discusso degli strumenti necessari per sensibilizzare i consumatori sul tema e per fare il punto sull’utilizzo della “Doggy Bag”, al centro delle cronache nelle ultime settimane anche grazie ad alcune proposte di legge presentate in Parlamento.

Dall’indagine effettuata e presentata durante la conferenza stampa è emerso che solo il 15,5% degli italiani porta a casa il cibo non consumato al ristorante, eppure la quasi totalità dei ristoratori (91,8%) è attrezzata per consentirlo. Una percentuale che scende all’11,8% se consideriamo, invece, il vino. Segnali di cambiamento, questi, ancora troppo timidi in un’epoca in cui l’attenzione agli sprechi, soprattutto alimentari, è sempre più alta e il 36% della spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa. Il basso numero di richieste può essere spiegato da un certo imbarazzo del cliente a richiedere di portare via gli avanzi. Ma anche la scomodità (19,5%) e l’indifferenza (18,3%) sono tra le ragioni alla base della riluttanza dei consumatori ad avanzare una tale richiesta. Ma la percezione dei consumatori sembra essere più che positiva. Il 74% degli italiani si dice a favore della possibilità di portare a casa il cibo che non è riuscito a consumare. Anzi, per il 22% di essi è addirittura una variabile importante nella scelta del ristorante.

Nell’occasione FIPE e Comieco hanno rinnovato la collaborazione che nel 2019 ha promosso il progetto “Rimpiattino” – la versione italiana della “Doggy Bag” – attraverso il quale sono stati distribuiti ai ristoranti aderenti all’iniziativa iconici contenitori di carta proprio per portare a casa il cibo e il vino non consumati a tavola. In totale, a oggi, sono stati 24.000 i “Rimpiattini” distribuiti tra 875 ristoranti di 22 città. 

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