Lorenzo Poli, presidente AFC e promotore per la Federazione Carta e Grafica dei corsi ITS

 

Partono in ottobre due corsi ITS, in Veneto e in Toscana, che formeranno complessivamente 50 supertecnici per l’industria cartaria, cartotecnica e del packaging. Altri corsi analoghi sono in preparazione, sempre con il patrocinio e la regia delle Federazione Carta e Grafica. Le selezioni per gli ultimi posti disponibili si completeranno entro questo mese, sia per il corso  organizzato con l’Istituto SanZeno di Verona e l’ITS Academy del  Meccatronico Veneto per “Tecnico Superiore per l’innovazione dei processi e prodotti nell’industria della carta e del packaging sostenibile” (qui il dettaglio), sia per il corso denominato “Paper 19” organizzato da ITS Prime e Confindustria Toscana Nord per “Tecnico Superiore per la produzione del settore cartario” (qui il dettaglio).

Essere assunti appena terminato il corso di studi, trovarsi in pochi mesi a capo di un reparto industriale con preparazione tecnica di primo piano, retribuzione elevata e prospettive di carriera: queste le straordinarie opportunità offerte dagli ITS, Istituti che, attraverso corsi biennali, sfornano Tecnici Superiori, figure di cui l’industria ha sempre più bisogno. La Federazione Carta e Grafica, promuovendo gli ITS – due corsi stanno per partire in Veneto e Toscana, altri sono in via di realizzazione in Lombardia, quindi nel Centro-Sud -, sta realizzando aspirazioni non solo dei giovani, ma dell’intera filiera, che ha fame di supertecnici in grado di gestire l’innovazione.

 Lorenzo Poli, industriale della carta, ingegnere, presidente di AFC, illustra la soluzione che gli imprenditori stanno sviluppando al problema del “mismatch”, la dissonanza fra domanda e offerta di lavoro che lascia sotto o addirittura inoccupati molti laureati e insoddisfatte le imprese che hanno bisogno di figure professionali all’altezza delle nuove esigenze degli stabilimenti interconnessi, di quella che viene definita “quarta rivoluzione industriale”.

 Presidente Poli, cosa fanno questi supertecnici e perché sono i preferiti dalle aziende?

“Gli ITS realizzano figure professionali a misura delle nuove esigenze dell’industria. Abbinano formazione tecnica, aula e pratica in azienda, preparano lavoratori ad alta professionalità destinati a governare le intelligenze di gestione degli impianti 4.0. Forniscono una risposta molto pratica e veloce a chi vuole arricchire la propria formazione lavorativa e trovare immediata collocazione nel mondo della produzione”.

Non ci sono i laureati, per questo?

“Non sempre e non necessariamente. Ci arrivano domande da giovani ingegneri con curriculum di studi importanti e aspettative alte, eppure non sempre all’altezza della pratica implementazione dei sistemi 4.0, sigla che è arrivata a connotare una rivoluzione che era già in atto e che viene riferita alle aziende, ma solo di rado alle professionalità”.

Quanto guadagna e che carriera può fare un diplomato ITS?

“Non ci sono differenze di guadagno sostanziali fra un tecnico di ITS e un laureato, considerando che, complice il meccanismo del cuneo fiscale, le retribuzioni tendono a equipararsi man mano che si sale nelle funzioni e nelle mansioni. Per contro, ci sono molti più posti in una cartiera o in una cartotecnica, disponibili e vacanti per tecnici ITS che per laureati. Quanto alla carriera, chi esce da una scuola di formazione tecnica può aspirare ai massimi livelli nei ruoli di produzione e manutenzione di stabilimento, con il vantaggio di essersi messo alla prova in azienda già durante il corso di studi e senza la comprensibile fatica che prende chi, dopo la laurea, deve fare un bagno d’umiltà nella realtà aziendale partendo da ruoli più pratici, esecutivi”.

Qualche esempio?

“Prendiamo una cartiera, che può essere divisa in tre grandi reparti: la produzione impasti, la produzione della carta con la macchina continua e la manutenzione, reparto quest’ultimo fondamentale per aziende che lavorano 7 giorni su 7, h24. Un tecnico formato in ITS è vocato quanto meno a diventare capo di uno di questi reparti; al di sopra c’è il capoturno, ci sono le direzioni di produzione e di manutenzione. Le posizioni da caporeparto in su, a seconda delle proprie ambizioni e capacità, sono tutte facilmente accessibili e sono ruoli nei quali facciamo veramente fatica oggi a trovare figure da collocare”.

La formazione ‘in casa’ non basta più?

“Le tecnologie sono evolute rapidamente. Ad esempio, in una cartotecnica, le macchine di trasformazione, stampa ed allestimento si sono evolute al di sopra di ogni aspettativa negli ultimi anni, hanno un livello di automazione elevato, sono interfacciate tramite plc, pc e sistemi elettronici e telematici di controllo. Ormai raggiungono performances incredibili, attraverso sistemi di controllo che assomigliano più a dei videogames che alle vecchie immagini di macchine industriali a cui il nostro immaginario ancora si riferisce. La persona con la migliore volontà, ma con una terza media o con un diploma professionale, non è in grado di gestire determinati macchinari. Tutto è diventato più veloce e non ci sono più i margini per far crescere l’esperienza giorno dopo giorno, lavorando in azienda”.

Qual è la soluzione ideale?

Occorre un livello superiore di formazione. Il mutato scenario tecnologico  crea nuove esigenze di percorsi formativi più pratici, evoluti e specifici: gli ITS. E crea esigenze per posti di lavoro che non c’erano e per lavoratori che non si trovano sul mercato del lavoro attuale. Una volta si entrava in azienda con la prospettiva di rimanerci 30 anni e solo dopo 5-6 si cominciavano a ricoprire i primi posti di responsabilità. Oggi i nuovi assunti in sei mesi aspirano a diventare capi e noi in sei mesi vogliamo che diventino capi: nessuno dei due ha interesse ad aspettare”.

Incide anche la rapidità con cui evolve la stessa mission delle imprese?

“Questo è un altro fattore determinante. Le esigenze dettate dallo sviluppo dell’economia circolare rendono gli impianti sempre più complessi, richiedono grande preparazione, la capacità di gestire molti aspetti collaterali alla produzione. Una volta un’azienda cartaria partiva da un semilavorato, la cellulosa, ne faceva un prodotto e il resto andava in smaltimento senza puntare al riuso, non esistevano procedure né leggi specifiche. Oggi si utilizza tutto il flusso di produzione, che si uniforma all’economia circolare in cerchi concentrici. Siamo passati dal singolo direttore di produzione a una struttura con diversi vice, uno per gestire le acque, uno gli scarti, uno le plastiche. Ciascuno di questi ambiti è diventato sottosezione di un’azienda che ha la sua linea principale storica quindi una serie di sotto-aziende che richiedono persone sempre più preparate”.

Come nasce l’impegno della Federazione verso i corsi ITS?

“La Federazione, che patrocina ormai più corsi nei distretti cartari italiani, ha una missione precisa a sostegno delle esigenze delle cartiere italiane del packaging, delle aziende di trasformazione italiane e delle aziende italiane di produzione dei macchinari di trasformazione,  tutte ai vertici mondiali come referenze dei singoli comparti. E’ un settore che cresce e che chiede molte nuove figure formate. Noi siamo precursori sul tema: 20 anni fa Assocarta si era autotassata attraverso i suoi soci per realizzare un corso di formazione avanzato 50% scuola 50% lavoro. Durava solo un anno, ma banalmente era già un ITS e non lo sapevamo. Oggi gli ITS, biennali, sono classificati in chiave europea, rappresentano una risposta molto pratica e veloce a chi vuole arricchire una sua formazione lavorativa senza per forza ambire al titolo accademico, paradossalmente la cosa più difficile è farne percepire vantaggi, validità e prospettive ai potenziali fruitori. Sono convinto che fra 5 anni staremo a parlare di più classi da aprire per stare dietro alla domanda, visto che l’esigenza di professionalità cresce in modo esponenziale, ma per il momento resta la necessità di far giungere il messaggio alle famiglie, che vorrebbero vedere i loro figli laureati. Sono convinto che il passaparola e le evidenze ci daranno ragione”.

Quali sono i prossimi passi?

“A Verona, all’Istituto San Zeno insieme con il Meccatronico Veneto, il prossimo 24 settembre si terranno le selezioni suppletive per gli ultimi posti a disposizione del corso per Tecnico Superiore per l’Industria della Carta e del Packaging sostenibile. Il modello realizzato in Veneto è stato velocemente replicato a Lucca – con ITS Prime e Confindustria Toscana Nord – dando luogo al corso biennale Paper 19, di Tecnico Superiore per le aziende della carta, cartone e relativa produzione di macchine. Una terza iniziativa sta per nascere in Lombardia, poi ci saranno altre due declinazioni nel Centro-Sud, nei poli cartari delle Marche e del Lazio”.